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Talk for Contro Zona on the fair of contemporary art ArtVerona I Cristina Fiore and Andrea Penzo introduce the whole project of Contro Zona.

Moderation: Petra Olivares


>>> LINK Video Talk

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Interview for the wonderful Blog WOODENLEG from Giovanni Cervi:

CHECK OUT HERE  >>>  INTERVIEW in Italian, English and German!


Sandra Hauser was born in Bad Aibling – Germany – in 1983. She is an emotional explorer, her art discovers today little emotions and turn them into light and pulse through aesthetic and thoughts. She walks in different media and darkness just like an equilibrist on a razor wire.

Sandra Hauser è nata a Bad Aibling – Germany – nel 1983. Lei è un’esploratrice emozionale, la sua arte scopre le piccole emozioni contemporanee e le trasforma in luce e pulsazioni attraverso una ricerca estetica e razionale. Si muove tra vari linguaggi, proprio come un equilibrista su una lama di rasoio.

- SCROLL DOWN FOR ENGLISH TEXT -

Sei cresciuta in Germania, sia come artista che come donna, quali sono i tuoi ricordi più forti/profondi?
Il teatro, quando le luci scendono e rimangono accesi solo pochi spot. Amo questo momento, è magico perché non sai mai quello che succede dopo. Il prato dietro la casa dove sono cresciuta. Sembrava infinito, anche se in realtà alla fine c’era una foresta fitta e scura. Ho sempre voluto correre velocissima fino al centro della foresta, ma non l’ho mai fatto. Il momento del passaggio dalla luce all’oscurità mi ha sempre spaventata, mi mette anche curiosità e un formicolio nello stomaco.

Andare da Monaco di Baviera a Roma è un lungo viaggio per un corpo, ancora più lungo per una mente e un’anima, vero? Perché Roma?
Per il mio corpo: più è la distanza più mi sembra di perdere peso, quindi fa bene farlo ogni tanto.
Per la mia mente e la mia anima: volevo sostentarmi solo con la mia arte, ho dovuto fare tagli accurati. Per vivere da sola devo guardarmi dall’esterno. Il teatro è molto più eccitante se lo guardi dalla platea, se sei in scena non puoi vederlo. Solo se sei il regista puoi interagire liberamente.
Roma: è una palcoscenico perfetto per una donna (e artista) melodrammatica come me. C’è oscurità, c’è cuore, c’è l’antico e una meravigliosa luce dorata che mi aiuta ad essere più leggera. L’ha scelta il mio stomaco, e sì, va benissimo, per il momento.


Usi diversi linguaggi, me li puoi descrivere uno ad uno?
Rapporti con gli esseri umani: sono i migliori per avere nuove emozioni e conoscere nuove storie, quindi per fare arte. Un materiale molto fertile, anche pericoloso però.
Video: mi piace che una luce che si muove possa raccontare una storia. Un materiale leggero può avere pesi specifici diversi attraverso la narrazione e le immagini.
Fotografia: è facile giocarci, e io adoro giocare. Ideale per ingannare i sensi e dipingere con la luce.
Suono/Testo: puoi creare l’immagine che vuoi solo con la forza della mente, perfetti per creare emozioni e cose impossibili.
Performance: oh, wow, c’è una persona vera! Scava più a fondo nella mente e nel cuore di tutti. Chi assiste alle performance poi è più incline all’introspezione, e ciò colpisce e turba.
Oscurità: quando ci entri il tuo cervello lavora in modo fisicamente diverso, apre istintivamente le porte dell’inconscio, perciò le persone diventano più sensibili alla ricezione di immagini che dovrebbero toccarle nel profondo.
Disegno: è come scrivere senza pensare. Lo odio e lo amo.

Quando hai scoperto per la prima volta che l’oscurità era parte della tua vita?
La primissima volta che sono entrata nella foresta.


Sai che direzione sta prendendo la tua arte?
Spero nei cuori e nelle teste delle persone, e nei musei.

Quale sarà il tuo prossimo progetto?
Il titolo del prossimo sarà Come costruire facilmente il tuo piccolo inferno emozionale. Sarà una video-performance. Piccole azioni che descrivono come entrare facilmente nel proprio inferno emozionale.
Poi realizzerò una installazione performativa nella quale le persone avranno il piacere di bere  e ballare con me nel mio club dei cuori spaventati. Il tema principale sarà l’abbondanza di individualismo dei nostri tempi e delle sue conseguenze. Ci sarà un’overdose di Madame Hauser.
Nelle pause cerco di lavorare senza pensare. Disegno, faccio sculture e ogni tanto sposto le mie vecchie cose in un ordine nuovo.

L’artista deve soffrire per creare?
L’artista deve vivere per creare, e vivere è sempre anche sofferenza.

Gli alieni sono tra noi?
Amo E.T.. Voglio sposarlo. Lui a parte, è un peccato, ma non ci credo. Li abbiamo fatti noi, partono dalle nostre menti, credere in qualcosa del genere è troppo facile. Però mi piace molto che noi esseri umani abbiamo creato qualcosa del genere in cui credere, come anche Dio e gli unicorni. Se devo credere in qualcosa preferisco gli unicorni.


You grow up in Germany, both as person and artist: what are your strongest/deepest memories?
Theatre, when the lights go down and only a few spotlights on again. I love this moment. It’s a magic one, because you never know what will happen next.
The meadow behind our house where I grown up. It seems to be endlessly wide, but in reality there was a dark, deep forest in the end. Always wanted to run fast and faster until the centre of the forest, but I never did it. The moment when you cross the border from light to darkness created always huge fear in me, but even curiosity and pins and needles in my stomach.


From Munich to Rome, it’s a long way for a body, even longer for your mind and soul, is it right? Why Rome?
For my body: While crossing long distances I have always the feeling that I lose weight, so it’s good to do that every once in a while.
For my mind and soul: I wanted to live only with my arts, so I had to cut with a sharp knife. To live completely myself, I had to look at me from a long distance. Theatre plays are much more exciting from the seat most far away from stage, if you are in the middle of the scene you can’t see it.
And you can only interact, if you are the director of the whole thing.
Rome: It’s the perfect stage for a melodramatic woman/artist like me.
There is darkness, there is heart, there are the old times and there is a wonderful golden light, that helps me to be more easily.
My stomach chose it. And yes it’s really right – for now.


You use different media, could you write a short definition in your own words of each media you used?
Relations with Human beings: Are best to use for new emotions and stories, so for me to do arts. A very fruitful material, but even dangerous.
Video: I love that moving light tells a story. It’s a very lightly material which can change into any different weight only with the story and it’s pictures.
Photography: It’s easy to play with and I adore playing. Works best for illusion and painting with light.
Sound/Text: You can create every picture you like only with the power of the mind. Good for creating emotions and impossible things.
And for sure I love to talk.
Performance: Oh wow, there’s a real human being! It reaches deeper into people minds and hearts. If they see one of them they are more accessible to think about themselves. And that hits and disturbs.
Darkness: Entering murk your brain has to physically work different. It instinctively opens the gate to your subconscious. So it’s perfect to get people more sensible for receiving emotions and pictures that are suppose to go deeper.
Darkness combined with performance is a wonderful mixture!
Drawing: It’s like writing without thinking. I love it and I hate it.

When did you know for the very first time that darkness is part of our lives?
When I entered the forest for the first time.


Do you have an idea of where your art is going?
I hope into people’s hearts and minds and into museums.

What is your next project?
The brand new one has the working title “How to built up easily your little emotional hell”. It will be a video-performance. Short actions which describe how to enter easily your own emotional hell.
Further a Performance-Installation in which the public will have the pleasure to drink and dance with me in my club of the frightened hearts. The main topic is the over-individualisation of our times and its consequences. Will be an overdose of Madame Hauser.
In the breaks I try to work without thinking. So I draw and sculpt and I organize my old objects new every once in a while.


The artist must suffer to create?
The artist must live to create and life is always even suffering.

Aliens are among us, do you believe?
I love ET. Want to marry him.
But apart from ET, it’s a pity, I can’t believe in aliens. We made them, so they start from our point of view and to believe in something like that it’s too easy. But I like a lot that we human beings create such pictures to believe, like even god or unicorns.
If I have to believe in something I prefer unicorns.



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Exhibition „HERE TODAY, MARS TOMORROW“ I Museum PALAZZO DUCALE Genova (Italy)  I curated by Giovanni Cervi

Video-Interview: IN SECCOLO XIX LINK >>>

Opening 21 December 2012  - 06 Jannuary 2013

LINK PRESS >>>

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Interview von Fabiana Traversi, CUSPIDEMAGAZINE der Künstlerinnen Sandra Hauser und Nicole Voltan über Event       „Scala C - Open studios, gardens and houses“

Ganzes Interview hier >>> CUSPIDEMAGAZINE

Sandra Hauser, artista di origini tedesche, dopo gli studi presso Academy of Fine Arts di Roma e Monaco, decide di fermarsi e vivere nella città eterna. Il suo percorso lavorativo inizia dopo le scuole quando partecipa a uno stage come scenografa e costumista al Gran Teatro di Monaco diventando presto assistente e poi libera professionista. 




“Devi morire prima di morire” - Sandra Hauser 


Cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera artistica? 

La voglia di andare oltre i confini e creare completamente libera. Adoro il teatro, però è pieno di gerarchie e limiti. Ho iniziato a studiare arte perché mi piaceva l'idea di avere la possibilità di essere quella che vuoi essere: ognuno – artista, regista, costumista, pazza, osservatore, donna, uomo, cavallo ecc... senza pensare se sei ancora nel giusto ruolo o no. Anzi. Mentre cucivo costumi, alla fine del mio percorso nel teatro, immaginavo sempre l'intera storia del personaggio. ”Perché ha i pantaloni con la gamba destra più corta, che è successo? Com'era l'infanzia? Ama i tessuti morbidi o rigidi? Ecc...” Ad un certo punto ho capito che sto creando una vita, un personaggio intero nella mia mente, invece del solo costume. Li ho capito che voglio essere libera. 


Nel tuo sito scrivi che ”la tua vocazione è ricostruire il dramma e le emozioni, per farlo non usi un medium specifico…”.

Vuoi spiegarci meglio? Fotografia, installazioni, come vengono differenziate e perché? Quale altre forme di arte utilizzi? 

E' una citazione del curatore Giovanni Cervi – devo dire che descrive perfettamente il mio modo di fare arte. Mi ha fatto molto felice il fatto che ha capito in un modo così preciso. Parto sempre dall'emozione, dalle cose che sto vivendo o che ho già vissuto, che vedo e osservo. Dalla mia biografia emozionale. Poi l'emozione viene mandata nella mia mente – primo filtro. Battaglia o gioco. Lotta o caos totale. Loop mentale. Però, dato che adoro il dramma da morire, è sempre molto piacevole. Poi l'emozione viene mandata nello stomaco – secondo filtro. Da lì, l'istinto inizia a cercare il mezzo più adatto all'emozione. Un' istinto ovviamente sempre seguito dalla mente, la quale, da lì in poi, non si spegne mai più. Diciamo che i materiali, come il video, la fotografia o qualsiasi altro mezzo, sono la porta per far entrare gli altri nel mio mondo emozionale. Per far loro credere quello che sentono. Sono cresciuta con una mamma che vive così in sintonia con la sua intuizione, che è capace di vedere il futuro, leggendo le carte. Una volta mi ha detto, con un piccolo sorriso: «Sai, uso le carte solo per la gente per cui leggo. Hanno bisogno di qualcosa di materiale a cui aggrapparsi. Altrimenti non riescono a credere a ciò che dico». 


Mi immagino, con piacere, che un giorno sarò capace di fare arte invisibile. 




“Kunstreiten” - Sandra Hauser 


La tua arte non ha un media specifico, ogni sfida la raccoglie riflettendo, interiorizzandone l'essenza, catalogando le emozioni e filtrando tutto con istinto viscerale. Osservando i tuoi lavori appare uno studio mirato ed approfondito teso verso gli estremi: bello e brutto, positivo e negativo, vita e morte. L’opera “Devi morire prima di morire”, ad esempio, è la video-installazione composta da una fotografia e da un video che rielaborano il celebre dipinto di Caravaggio Davide con la testa di Golia. Un titolo particolare che riflette una particolare visione del mondo classico e lo ripropone in chiave moderna…


Storia e aneddoti sull'opera…. 

Per una mostra nell'agosto 2012 al museo civico a Bassano del Grappa, il curatore, Giovanni Cervi, mi aveva chiesto di scegliere un maestro d’arte italiano di qualsiasi epoca storica e di interpretare un suo lavoro. Dato che la cosa che amo di più è la luce teatrale, il buio, le storie estreme e i drammi umani, ho scelto subito Caravaggio. “Davide con la testa di Golia”, perché è un autoritratto e uno dei suoi ultimi lavori prima di morire. 


Siccome mi trovavo nel periodo degli autoritratti e mi sentivo di dover fare un taglio netto con il passato, mi venuta l’idea di interpretare tutti e due i personaggi: Davide e Golia. Da lì, ho sviluppato e poi realizzato l’installazione ad agosto, a Roma, con 40 gradi. 


“Devi morire prima di morire” per me è un lavoro sulla mancanza d’autostima, sulla battaglia dei due ego che vivono dentro te stesso e sulla scelta più dura che una persona può fare. Ammazzare uno, per liberare l’altro. Decapitare se stesso. 


La guerra dei due Ego si mostra anche nel linguaggio artistico che ho scelto. L'installazione gioca con la messinscena... una fotografia con una cornice d'oro che sembra un quadro dipinto ad olio e un video che mostra apparentemente l'origine dello scatto. Una finta in una finta? Non solo, sopratutto una ricerca che ho fatto per andare oltre i confini e i tempi delle discipline artistiche. 


L’aneddoto divertente del lavoro è che la fotografia si rovina ogni volta che la espongo, in un modo non prevedibile. Nel museo di Bassano l'opera era allestita da una settimana. Tutto bene. Il giorno dell’inaugurazione ha diluviato (la terza volta in quella settimana) e la stampa con l’umidità si è danneggiata. Nuova stampa. Al Macro di Roma, il giorno dell’inaugurazione un graffio di 30 cm sopra la testa di Davide. Nuova stampa. A Bari, alla galleria BluOrg, mettendo il chiodo per appendere il quadro, il chiodo vola e finisce 4 metri più in là, addosso alla stampa… sapevo che il mio compagno Caravaggio non è facile, però non mi aspettavo che è anche geloso. Va beh, è amore. 


Il tuo lavoro da cosa nasce? 

La vita, l’amore e me stessa. 


Da dove prendi l’ispirazione? 

Memorie. Esperienze. Scene della società. Relazioni. Vivere, sentire, pensare e dimenticare. 


Louise Bourgeois. 


Qual è il filo conduttore? 

Io. Tu. E' uno specchio. 


Come lo organizzi? 

Vivendo, facendo, pensando, sbagliando, vergognando e superando. In questa direzione e ancora. 


Cosa vuol dire essere artista? 

Per me: Io sono io. 


Cercare, trovare - se stesso ed essere capace di far vedere la tua strada per arrivare - in qualsiasi modo. Imparare libertà totale, nella mente e nel cuore. Essere coraggioso, mostrare e toccare punti sensibili, forti e importanti per il proprio tempo e la sua società. Essere artista vuol dire, vivere la propria vita in un modo osservante e lasciarsi osservare, aperto per imparare, pronto per sbagliare. Ed essere coraggioso fino alla fine. Combattere. Divertire. Giocare. Terapia. Entrare in un modo diverso di pensare e di fare. Il tuo modo. Mai convenzionale. Essere sensibile e un caterpillar allo stesso momento. Per me il modo più bello per vivere. Lasciamo stare i soldi. 


La Germania e l’Italia sono molto differenti come realtà artistiche. 

Cosa ne pensi? Esistono pro o contro che legano queste due culture? 

Sono un po’ stanca di questa domanda, però ti rispondo a modo mio. Penso che la realtà artistica è sempre molto soggettiva, ovunque. Dal mio punto di vista è così: 


Germania Pro: Se un tedesco inizia ad andare in profondità lo fa fino alla fine // Se un tedesco apre il suo cuore è aperto per sempre // La lingua tedesca ti da la possibilità di descrivere le cose in un modo molto preciso e poetico allo stesso momento // Gli allestimenti tedeschi sono fatti “strà bene”. 


Germania Contro: Un tedesco ha paura della profondità, perché potrebbe essere che, se apre questa porta, escano tutte le cose che ha represso per tutta la sua vita. Montagna del rimosso // Un tedesco ha bisogno di anni prima di aprire il suo cuore // La lingua tedesca non ti fa cantare // Il perfezionismo tedesco durante un allestimento può rovinare tutto. 


Italia Pro: Adoro // La lingua ti fa cantare // “Hop hop hop quanto è misteriosa la leggerezza” // Un italiano ha aperto il suo cuore già prima di aver conosciuto // Gli allestimenti italiani sono divertenti. 


Italia Contro: La lingua italiana ti fa solo cantare // La leggerezza da fastidio, perché pesa troppo poco // Un italiano ha aperto il suo cuore per tutti // L’allestimento italiano è un incubo. 


La massa ovunque ha i suoi difetti... 


Come è nata- cosa ti ha portato a prendere la decisione di vivere nella penisola? 

Volevo cambiare aria solo per un mezzo anno. Il subconscio però, già sapeva che sarebbe stato un cambio per un periodo più lungo. Italia perché: Mia mamma è stilista di moda. Di conseguenza ha lavorato ogni mese per 25 anni in Italia e mi ha portata con se, quando poteva. Dato che lei era sempre felicissima in questo paese, tante delle mie più belle memorie le ho vissute qui. 


Quando ho scelto il luogo dove andare per allontanarmi da Monaco, per guardarmi da lontano, ho scelto l'Italia perché sapevo che mi sarei sentita sempre come la bambina felicissima a fianco della mia felicissima mamma. Per fare una cura del cuore. Per aprirmi di più e soprattutto per vivere me stessa. Ero sicura che questo mi avrebbe portato avanti nella mia strada con l’arte. Ha funzionato. Alti bassi ovunque, però il sole ti carezza. 


Le tue impressioni sul mondo artistico romano? 

Vedo la Dolce Vita stanca, in un luce morbida dorata, che è circondata di una malinconia bellissima che mi affascina. Che può avere soltanto una città eterna. Un mondo pieno di personaggi interessanti e colorati - Maestri d’arte. Vecchi che sono stati tanto tempo, forse troppo, Maestri e giovani che corrono per diventare un titolo già sparito. Altri che si muovono fra i grandi, per respirare un po’ dello scintillio della grandezza. Vedo un approccio di fare l’arte più vicino alla vita. Di celebrare l’arte. Più emozionale. E allo stesso momento osservo uno sfuggire dentro il discorso intellettuale o anche concettuale – spesso purtroppo vuoto. Per imporsi? Per darsi più valore? Forse per dipingere l’ansia di incontrare se stesso nel silenzio con uno specchio… 


Guardare gli oggetti vecchi ti manda nel Loop della malinconia. Per fare un passo avanti Roma ,e il suo mondo artistico, deve fare un balzo per uscire da questo Loop, ricordandosi della bellezza, guardando avanti e inventando nuovi modi. 


E in tutto questo, si trova in qualche crepatura del tempo, artisti che sono senza età, che fanno arte. Com’è in tutto il mondo e tempo. 


Considerazioni da giovane artista?(idee su movimenti artistici, gallerie ecc). 

L’arte è come un cavallo, che vive selvaggio nel paesaggio. Senza essere seguito. Libera. Cammina tranquilla. Un’anima vibrante che assorbe e vomita quello che succede intorno. Quando l’essere umano prova a calpestarlo, come risultato della sua incompetenza di affrontare la libertà assolutamente senza paura, il cavallo inizia a correre. A sfuggire. Nessuno lo può fermare, fa salti. Si offende. Manda via il nemico con la sua forza e si tranquillizza. 


Spero che sarò un giorno capace di cavalcare l’arte senza calpestarla. Senza ansia. 




“Totilas and Perigon” - Sandra Hauser 



L’odierno mondo dell’arte utilizza linguaggi che molte volte non sono comprensibili a tutti, creando un vuoto tra l’artista e la società. Cosa ne pensi? Hai mai avvertito questa sensazione?(se si, puoi riportare un esempio?) 

Il problema è bi-polare. Ci sono artisti che creano opere vuote. Sono opere che fanno finta di parlare un linguaggio sconosciuto, invece sono mute. Un esempio molto attuale è l’arte “s-concettuale”. L’altro problema è che la massa è pigra. Sempre stata. Non ha voglia di svegliarsi, perchè potrebbero uscire allo scoperto troppe cose che non dovrebbero essere pensate, perché cambierebbero la vita, così da renderla più difficile. Il modo di pensare convenzionale è molto più comodo. E sì, ho avvertito tutte e due le sensazioni. Però certo, provo di affrontare con consapevolezza che diventa a volte rabbia, nel caso del vuoto di un'opera e nella mancanza di significato, come imparare a capire sempre di più. Sono due problemi gravi, che si danno la mano l'uno all’altro. 


Che rapporto hai con il tuo pubblico? 

Lo amo. Il pubblico per me è come tanti specchi allestiti di fronte alle opere, specchi che riflettono diverse immagini, che arrivano da tante dimensioni diverse. La mia più bella esperienza con il pubblico: ho realizzato a Monaco di Baviera una performance, in cui una pianista ha composto per dieci giorni, per otto ore al giorno, dentro una stanza di 20 mq, una canzone infinita per “Le Cabinet des Arts”, il mio romanzo vivente. Una coppia di signori ha visto questa performance ed è tornata per tre giorni in seguito. Sono rimasti ogni volta all'incirca due ore nella stanza. Un anno dopo, durante un’altra mostra, ci siamo rincontrati. Mi hanno detto che per loro è stato una delle più belle memorie ed esperienze emozionanti che hanno fatto nella loro vita e con l’arte. Questo mi ha fatto piangere. 


Progetti presenti e futuri 

Due mostre collettive, una a novembre nel Centro Per L'Arte Contemporanea Open Space a Catanzaro, l'altra a dicembre al Museo Civico di Salerno. Ma il mio progetto più grande e importante è quello di godermi sempre di più il fare Arte. 


I hope I don't get lost… 


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Interview für ColorVivaciMagazine von Ludovico Bellacosa:


Mi trovo a Piazza Navona uno dei salotti più belli del mondo. Una delle sette meraviglie, circondato da tanta storia, da tanti capolavori, opere del Bernini, del Borromini e di tanti artisti che collaborarono a rendere bella questa piazza. Per l’appuntamento con Sandra Hauser non poteva esserci posto migliore per la sua passione dell’arte italiana e l’amore per Roma

Parlami di te, dove ti sei formata, quale scuole hai frequentato, quale è la tua storia artistica
Sono nata in Germania in un piccolo paese, poi mi sono trasferita a Monaco di Baviera. Lì ho fatto 6 anni al teatro, al Gran Teatro della città e altri, ho lavorato come scenografa e costumista. Dopo questa esperienza volevo fare arte ed essere indipendente, non avere un capo. Ho studiato all’Accademia di Monaco di belle arti con i professori Stephan Huber e Hans op de Beeck e poi mi sono trasferita a Roma.

Cosa ti ha spinto a intraprendere la carriera artistica, la voglia di essere libera, gli studi che hai fatto
Sono cresciuta nel teatro e ho lavorato un po' per il film, anche nella parte della produzione. Ho capito che per me l’arte non ha confini.
Quando ho un idea non voglio pensare è arte, teatro o cinema voglio lavorare con tutto il materiale che ho, mentre per esempio il teatro ha dei confini, per me "solo" fare scenografia o costume aveva delle limitazioni dei confini, cosi ho iniziato a fare arte per essere libera per raccontare la mia storia, sviluppare le mie idee.

Cosa significa essere artista
Significa tanto. Una vita libera con un modo di vivere il lavoro insieme con il privato. L’artista, secondo me ha una certa responsabilità verso il mondo, nel far riflettere del nostro tempo, de se stesso, del mondo, delle persone, forse far sentire, pensare o vedere in un modo diverso.

Stiamo attraversando un momento difficile, economico ed intellettuale, secondo te l’arte e la cultura possono aiutare per superarlo
Sono cresciuta in Germania con un’altra cultura, credo siamo andati oltre le nostre possibilità, sempre più veloci, più complicato, sempre di più - questo è stata una cosa molto difficile e pericoloso, perché non po andare sempre solo più in alto. Tutto questo ci deve fa riflettere per ripensare a quello che fai, credo che una pause generale ci vuole e l’artista, la cultura in genere può dare qualcosa in più per far riflettere, devono darlo, anche se è un momento molto critico. Forse ora come ora l'arte e la cultura e più importante.

Nella tua formazione hai avuto riferimenti ideali
Sono innamorata di Louise Bourgeoise e Rene Magritte, tutti due descrivono e lavorano con il subconscio, descrivono i nostri emozioni e sogni surreali. Bourgeoise in specie lavora con la sua biografia, come io.
È una donna molto forte con una biografia dura, ha vissuta sempre lei stessa senza aver paura mostrare la sua personalità direttamente e ha fatto arte incredibile e intensa. Lei mai ha guardato nel mercato d'arte. Questa mi ispira tantissimo! Lavoro con la psicologia, del nostro passato, con l'oscurità, con il nero. Sono interessata a storie e immagini profonde e come sono cresciuto nel teatro, sono sempre molto drammatica.
Poi durante studiare gli studi con Hans op de Beeck erano molto importante per me. Era solo un mezz'anno, ma mi ha tratto come una collega, abbiamo avuto conversazione intense e alla fine devo dire, che lui mi ha dato la fiducia nel provare fare una strada nel mondo del arte.

La bellezza è un fatto estetico o etico
La bellezza è una cosa completamente soggettiva, una cosa che hai dentro, come l’etica. Quello che pensi, che fai, che hai nel cuore e che hai vissuto, tutto questo crea una bellezza unica. Secondo me la bellezza non ha solo una faccia, ha inesauribile e questo è bellissimo. Purtroppo la massa è pigra e ama una bellezza "unica" - mi annoia.

In questa epoca il linguaggio dell’arte dovrebbe essere comprensibile a tutti, di conseguenza l’artista può incontrare ostacoli nelle mode, quindi non da tutto se stesso a discapito della forma estetica, pur di vendere, invece di dire qualcosa che senti dentro
Secondo me siamo arrivati ad un punto in cui l’arte diventa più marketing. Ho visto all’Accademia di Monaco ci sono corsi “come fai marketing con l’arte". Questo non va bene, l’arte non va insieme al marketing. L’arte è come un viaggio è sempre un cercare non è una moda. La moda è creativa - lo so benissimo, sono cresciuta con una mamma, che è una stilista di moda - l’artista è anche creativa, ma anche una cosa diversa, è ricerca, viaggio in se stessi. Dobbiamo avere più attenzione al “marchietto” di artista perché questa non è la piazza dove cresce l’arte. Certo alla fine devi anche fare un po' marketing, ma non prima di fare arte.

L’arte e la cultura possono essere veicolo di comunicazione tra i popoli, per il loro avvicinamento come linguaggio universale, può l’artista contribuire a questo
Credo di si. Credo che l’arte può dare un mondo diverso, per pensare, per le emozioni. Non legata alla materia. Comunque ogni artista ha sua lingua strana, quale si cerca le persone che parlano la lingua uguale...la lingua artistica non ha confine territoriale, seppure ha confine, sono confine spirituale.

Che rapporto hai con i tuoi amici ed il tuo pubblico
Una volta ho fatto una performance-installazione insieme con la compositrice Tatjana Zivanovic-Wegele. Lei ha suonato 8 ore al giorno per 10 giorni il piano per farmi una canzone senza fine. Una coppia ha visto questa performance e sono stati 3 giorni due o tre ore in questa stanza. Un anno dopo mi hanno detto “tu sei l’artista con il piano”
“Si si“. L’uomo mi ha detto che per loro era stato un momento che gli aveva preso il cuore ed è stato uno dei momenti più belli della loro vita. Questo è stato un momento molto particolare per me. Ho un rapporto con il pubblico molto bello perché sono sempre emozionata.
Per miei amici - non ho molti amici, ma ho gli amici del cuore. Io amo i miei amici e loro amano me.

Quali sono i tuoi pregi e i tuoi difetti? Ti metti mai in discussione? Fai autocritica?
Credo che le miei pregi sono anche le miei difetti...sono bianco e nero, drammatica, egocentrica, infinita emozionale e molto intuitiva. Se sono tranquilla, se fido e seguo la voce del mio stomaco sono pregi, se sono fuori del mio equilibrio diventano difetti. Autocritica - diciamo che per me quando lavoro ci sono sempre dubbi, sempre è un grande chiaroscuro. Ci sono momenti in cui sono completamente con me e la mia arte e momenti in cui ho dubbi esistenziale...qualche volte troppo.

Che progetti hai nel presente, nel futuro

Ora partecipo a una collettiva da 31 Agosto fino a 6 Ottobre a Bassano del Grappa, presso il Museo Civico. È una grande mostra dedicata ai grandi maestri Italiani, si intitola “PAST FORWARD”, progetto di Giovanni Cervi. Lì mostro il mio nuovo lavoro "Devi morire prima di morire", un autoritratto bipartito, un omaggio al "Davide con la testa di Golia" di Caravaggio. Questo mostro nel fine dell'anno qua a Roma...
Poi novembre una personale a Monaco. Sarà una parte del progetto più grande che ho in testa, un romanzo vivente, si chiama "Le Cabinet des Arts - La vita della Madame Magritte" che ho iniziato due anni fa.
È un romanzo che non si legge, ma puoi vederlo nelle mie performance-installazioni ogni capitolo di questo romanzo che ho scritto. È un progetto di 5 o 6 anni.
Alla fine sarà una casa piena di stanze oscure dove le spettatori si perdono completamente nella mia arte. Terzo capitolo lo farò a Monaco a novembre, il quarto lo farò a Roma.

from Ludovico Bellacosa


 




Hour Interview // Scala C Hauser&Voltan

Video about the artists‘ Studio Hauser&Voltan I Project „Hour Interview“ of Mauro Piccinini in collaboration with SguardoContemporaneo

>>> LINK Projekt Hour Interview

>>> LINK Video Vimeo

>>> LINK Interview Form



Catalogue  „Sometimes I come, sometimes I go, but which is which, I don’t know . . .  . . . sometimes I am, sometimes I’m not, but which is which, I forgot“


With texts by Stephan Huber, Mike Watson, Peter Weigel and Giovanni Cervi


Din A 3 / 50 Pages + Cover

Languages Deutsch + Englisch

500 Copies

Translation: Maria Daxenbichler

Layout: Eugen Kern-Emden and Sandra Hauser

Print: Graffietti Stampati s.n.c. 

Prize 19,- €



For buy or a preview in PDF please contact me: contact@sandrahauser.org


ISBN 978-3-939446-20-0



This publication is funded by the Bavarian State Ministry of Sciences, Research and the Arts

Project Founding by Deutsche Bank and LFA Förderbank



       
 

„BOOK DE LOS MUERTOS“ // Ebook with artists Interviews by Giovanni Cervi

Download whole book for free until christmas!!! >>> Write to Giovanni at his Blog WOODENLEG



 

INTERVIEW BY VERONICA MAZZUCCO ON LA PARLANZA


Read here: http://laparlanza.tumblr.com/post/141422183120/st12sandra-hauser

Evidence of Contemporary Disquiet

Presented by the Goethe - Institut in Naples


Catalogue now on sale

curated by Goethe Institut, Naples / Fondazione Mudima, Milan

show curated by  Davide Di Maggio
Texts by Davide Di Maggio, Francesca Blandino, Lorenzo Canova.


Artists

Eija-Liisa Ahtila / Günter Brus / Enzo Cucchi / Berlinde De Bruyckere / Giorgio De Chirico / Angus Fairhurst / Nan Goldin /
Sandra Hauser /Jörg Immendorff / Mark Manders / Giovanni Manfredini / Fabio Mauri /Jonathan Meese / Gina Pane /

Evan Penny / Andrea Salvino / Markus Schinwald / Dash Snow / Francesca Woodman



With the precious support of Maria Carmen Morese, Direttrice del Goethe - Institut Napoli / Director of Goethe - Institut Naples // Forum Austriaco di Cultura, Rome // Francesca Blandino, Curatorial Assistant



Info about the show:

https://www.goethe.de/ins/it/de/ver.cfm?fuseaction=events.detail&event_id=21280809


The show took place at: Chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo, Salita Pontecorvo, Naples (IT)


Press

http://www.artementenotizie.it/evidence-of-contemporary/


http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=176923


http://www.superotium.it/it/events/evidence-of-contemporary-disquiet/




For orders please write to info@mudima.net 


Available at Fondazione Mudima, Milan

Language English / Italian 

Pages 120

Price15 Euro